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fammi sentire l’odore che vivi non le tue chiese costruite in silenzio da schiavi animali
se vuoi rigioire celebra i lutti non pesare delitti con polvere d’oro
tutte le sere mio padre moriva appoggiando le labbra alla fronte dei sogni
al risveglio dell’asma la nonna cantava “che la morte sposi l’inferno il tuo respiro il paradiso”
ad ovest del cielo di Gheddafi penetrava la mia “poderosa” senza più freni per la rivoluzione
sulla nazionale monumenti di rughe preghiere appese alle ali “de hermanos carabineros”
il sapore di Lecce investiva la sièsta sulla riva del sole, Changò lavava cavalli guerrieri
da lontano scorgevo Guanabo un amore interrotto solo dall’ozio di ferragosto
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